Metamorfosi

PENSIERI, RACCONTI, CRONACHE E POESIE

sabato 17 ottobre 2009

Uno nessuno centomila… un milione…



Chi viaggiasse per il caotico mare del web alla ricerca di risposte esistenziali potrebbe approdare con la sua barca a remi nella rada di Wikipedia; ponendo l’accento sulla ‘e’ o magari sulla ultima ‘i’. E, cercando se stesso, troverebbe poniamo il caso:

Uno, nessuno e centomila: uno dei romanzi più famosi di Luigi Pirandello.

Iniziato già nel 1909, uscì solo nel 1926, prima sotto forma di romanzo a puntate edito in una rivista, la Fiera letteraria, e poi di volume. Quest'opera, l'ultima di Pirandello, riesce a sintetizzare il pensiero dell'autore nel modo più completo. L'autore stesso, in una lettera autobiografica, definisce quest'opera come il romanzo "più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita". Il protagonista Vitangelo Moscarda, infatti, può essere considerato come uno dei personaggi più complessi del mondo pirandelliano, e sicuramente il più pieno di autoconsapevolezza di questo mondo. Dal punto di vista formale, stilistico, si può vedere la forte inclinazione al monologo dell'uomo, che molto spesso si rivolge al lettore, ponendogli interrogativi e problemi in modo da coinvolgerlo direttamente nella vicenda, che è senza dubbio di portata universale. La lunga gestazione dell'opera potrebbe far pensare che essa sia frammentaria e disorganizzata. Al contrario, essa può essere considerata come l'apice della carriera dell'autore e della sua tensione narrativa.

Provate adesso a cercare, che ne so, ad esempio su  Internet Explorer, il vostro nome e cognome. Forza coi remi!... Il vostro ‘ io ’ sparirà inghiottito da una marea di omonimi. Sarà come naufragare e annegare e subito ritornare a galla senza fiato, inghiottire una boccata d’aria, e nuovamente immergersi in un oceano meraviglioso. Atroce!
Finché sentirete rispuntare le vostre branchie rosse capaci di farvi rimanere nel fondo del mare. Sarà l’ancestrale esperienza del nuotare tra migliaia di esseri simili, a darvi tranquillità. Riprenderete a virare, tutti insieme, veloci a destra e a sinistra, su e giù, percorrendo liquide strade di fuga dai pescecani o inseguendo piccole prede indifese.
Tra ragionieri e artigiani, tra gelatai e viticultori, tra professori e ingegneri, tra giovani e vecchi potreste sentirvi nuovamente esistenti in un profondo luogo, colmo di dimensioni e di tempi multipli, di immagini e suoni ovattati e di urla e strepiti. Altro che l’inferno, il purgatorio o il paradiso dantesco, qui ed ora   ( sick and dich ) la realtà virtuale prenderà il sopravvento su quella analogica, il pleroma mescolato con la creatura, tornerà in equilibrio con le strutture simmetriche e quelle asimmetriche. La sensazione dei numeri tornerà ad essere quella delle moltitudini e l’etica tornerà ad essere quella dell’essere divorati o di divorare per esistere e l’estetica sarà ridimensionata all’essere: folle più grandi o folle più piccole. A connetterci sarà solamente l’immenso universo della rete, che ci avrà catturato, ma noi non ce ne accorgeremo e non ce ne importerà più nulla.
                  G.D.

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